cito:
"cosa c'entra la stazione Certosa con il feng shui? lo yume, ristorante giapponese, unisce gli ambienti progettati dall'architetto Mauro Bertamè e l'eco dei treni in transito. Per chi ha la fortuna di trovarlo è una piacevole scoperta, un'oasi di relax dove passare la serata, quando la stagione lo consente, anche nel giardino giapponese, oppure nella veranda a lume di candela. La cantina si fregia di ben duecento vini tra italiani e francesi. Il pesce è freschissimo, il tradizionale sushi-sashimi misto (28 pezzi) costa 27 euro. Ottimi e raffinati anche i piatti di carne: filetto di anatra, costine di agnello alla griglia, yakitori, deliziosi spiedini di pollo. Sfiziosi i maki. Vere chicche di alta cucina i calamari alla julienne in uova di tobiko (pesce volante) e le guance di branzino in salsa di zenzero (parte considerata prelibata in Giappone). Tutti i dolci sono preparati al momento: deliziosa la crepe con miele e sesamo al cioccolato copertadi salsa di fragole.
Via Varesina 215
orari: 19-23:30 sab e dom 12-15
chiusura: lunedì
coperti: 60 interni, 25-30 in giardino
prezzi: 30-35 euro bevande escluse, brunch 30 euro
Ad essere sincera l'avevo un pò scartato per posizione e ribrezzo nel leggere la parola guance di branzino, ma se volete fare un brunch giappo in giardino quasi quasi è 1 idea carina e alternativa
Da Internet:
Un ristorante giapponese a Milano
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Yume, cioè "sogno", è il primo locale di ristorazione nipponico progettato secondo i canoni del Feng Shui dal bioarchitetto Mauro Bertamè.
All'inizio era una trattoria fuori porta frequentata da camionisti. Ora, dopo una trasformazione radicale è sorto uno spazio minimalista dall'atmosfera soffusa, con un giardino incantato. Per questo motivo i periodi migliori per godersi la raffinata cucina giapponese sono la primavera e l'estate, mentre nelle altre stagioni una grande veranda domina i meravigliosi colori dell'autunno e dell'inverno.L'intervento caratteristico derivato dallo studio del Feng Shui è l'inserimento della pavimentazione in porfido grigio che identifica sinuosi percorsi che demarcano gli spazi d'arredo, rigorosamente in legno di ciliegio. Gli zoccolini sono stati scelti di colore rosso per polarizzare il basso (yin) e l'alto (yang); i soffitti ricoperti da teli di colore blu evocano le "onde" del cielo. Le pareti rigorosamente bianche riflettono raggi di luce riprodotti dalle candele.Il cuore pulsante rimane il giardino. Se tutti i "giardini" celebrano il grande dominio dell'uomo sulla natura, presentandosi, con rigide simmetrie raccolte in aiuole, vasi e bordure, i giardini Orientali mirano alla fusione dell'uomo nella natura, diventando dolcemente disordinati e asimmetrici, ricchi di angolazioni impreviste, dove la mano dell'uomo esiste, ma deve restare nascosta.
E' questo il risultato finale del giardino dello Yume, dove lo spazio incantato della natura con i suoi elementi (alberi, pietre, cespugli ed acqua) sembrano essersi radunati per caso, solo ed esclusivamente per il piacere e l'ispirazione del cliente, donando energia e vitalità.
La creazione di una vera e propria armonia tra Uomo e Natura.
Nasce dove muore la città, o forse ne spunta una nuova: tra la stazione ferroviaria di Milano Certosa e le bretelle autostradali. In una casa bassa, prima ospitava una delle ultime trattorie lombarde con bocciofila, si chiamava «Trattoria dell'Angelo». A sinistra la saletta del sushi-bar, a destra quella del ristorante. Al posto dei campi dove si esibivano puntisti e rigolisti, un bel giardino all'orientale, gradevole dehors con sottofondo sonoro di treni."
piatti di particolare nota: "Sappiamo che la cucina giapponese non è solo pesce crudo. Per gli appassionati di sushi, sashimi, temaki, nigiri e makimoto, il menù (stampato quotidianamente) riporta correttamente i prodotti surgelati (cappesante, gamberi, gamberoni). Il resto {salmone, tonno, calamaro, polpo, orata, rombo, branzino) è fresco e d'altra parte col crudo non si può bluffare. Nella cucina a vista lavorano tre orientali, con precisi compiti: il sushi-man è Chen Yong Hu (cino-giapponese come Lyn Yun, tempura-man), mentre alla piastra (teppan) c'è il malese Wu Fang Da. Molte varietà di pesce e carne (manzo, pollo, agnello, anitra, maiale) si possono cucinare alla piastra, in tempura pesce ma anche pollo, verdure, tofu. Da segnalare alcune saporite minestre (brodino di soia, zuppa di tè verde), l'anguilla grigliata, gli spiedini di pollo in salsa teriaki, le guance di branzino alla griglia (questi ultimi due, i piatti migliori secondo noi). Per chiudere, consigliabile il gelato al tè verde, in alternativa ad altri (rosa, riso, crema), alle crepes in salsa di fragole e alle torte della casa."
Yume, che significa sogno, fu aperto nell'agosto 1999 da Massimo Borghesi e da Marzia Rinaldi con l'obiettivo di unire un ambiente e un servizio più vicini alla nostra cultura con la cucina giapponese, per venire incontro soprattutto a chi si avvicina per la prima volta a questi cibi.
Il locale è sobrio, essenziale. Il pavimento è di ardesia, i muri color sabbia e ocra, il soffitto rivestito con stoffe blu, i tavoli e le sedie, semplici e moderne, in legno di ciliegio.
A differenza di altri locali alla moda, il posto è silenzioso e si può parlare senza alzare la voce. Il ristorante comprende due sale, una con tavoli e bancone sushi bar, l'altra con tavoli che si affacciano su un giardino giapponese, con molto verde ed un piccolo laghetto con carpe. Da maggio a ottobre è possibile cenare anche qui fuori.
La posizione scelta è un po' insolita per un ristorante di questo tipo, ma consente facile parcheggio ed è molto vicino alle autostrade e alla nuova Fiera di Milano.
Il personale è gentile e pronto a fornire consigli e spiegazioni, unendo la cortesia ed il calore italiani alla professionalità della tradizione giapponese.
Nella cucina a vista, pulitissima, non ci si ferma a sushi, sashimi e tenpura, ma neanche al meno comune teppanyaki, si punta decisamente all'innovazione, con piatti come la minestra di branzino cotto alla piastra con tè verde e alghe, oppure le guance di salmone o di branzino alla griglia, i bocconcini di pancetta di maiale stufati, gli spiedini di pollo, il sushi di tenpura.
Poi, ancora, piatti di confine come i bucatini in brodo con uova e verdure, le linguine in salsa di zenzero. Per finire buoni dessert, come la crépe al cioccolato con salsa di fragole.
Disponibili dei menu degustazione da 35 e 43 euro. Sabato e domenica, dalle 12.00 alle 14.30, è disponibile un brunch da 22 euro.
Sono 200 i vini italiani e francesi a prezzi onesti, una cantina di tutto rispetto. Ottime le birre giapponesi e il tè. Purtroppo niente sake.